sabato 6 dicembre 2014

Il nostro concetto di DUO

Il nostro concetto di duo va al di là della sua più comune e per certi versi banale interpretazione.
Non si limita ad un mero duetto in senso stretto, certo rispettabilissimo.
Non è un ordinario botta e risposta di strofe e ritornelli fra due voci diverse.

Il duo che intendiamo noi è qualcosa di diverso e di molto più profondo.
Per noi duo significa abbracciare un progetto comune e portarlo avanti in tutte le sue infinite sfaccettature, a 360 gradi, col massimo rispetto reciproco che meritiamo nell'affrontare le sue difficoltà.

Duo significa scrivere insieme le nostre canzoni, arrangiarle, registrarle, suonarle, cantarle, mixarle e portarle avanti per quello che per noi rappresentano e cioè la cosa più bella del mondo.

Certo non si può pretendere di andare d'accordo su tutto, ma abbiamo sempre trovato e continueremo a trovare la strada migliore da percorrere, per provare a raggiungere i nostri sogni.

Perché d'altronde, come diceva Paulo Coelho, "Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni".

E noi correremo questo rischio, insieme.

venerdì 10 ottobre 2014

"Le cinque chiavi" e il cuore a mille


Appena è uscito il libro Le Cinque Chiavi di Massimiliano Conteddu, in arte @istintomaximo, ho riflettuto per circa un secondo e mezzo e, appena terminato, non ho avuto alcun dubbio sul decidere di comprarne una copia.


In realtà devo ammettere che ho provato a comprarne ben 10, ma il sistema Amazon me l'ha impedito.
Era mia intenzione non essere egoista nel leggerlo soltanto io, ma avrei voluto regalarlo alle mie persone care per condividere queste emozioni con loro e per fargli capire il grave errore che ingenuamente commettono nel non conoscere, almeno artisticamente, Massimiliano.
Ma avrò modo di rifarmi, Amazon permettendo.

La motivazione di tutto ciò? E' molto semplice: questo ragazzo è un vero fenomeno.
L'ho sempre seguito su Twitter dal primo tweet che, casualmente, ho incrociato nella mia time line.
Anche la mia elevata simpatia per Twitter deve molto a @istintomaximo: senza di lui, probabilmente, non sarebbe stato lo stesso.

Da allora non l'ho più mollato e, nell'assistere allo spettacolo della sua straordinaria ascesa cinguettina (quando l'ho conosciuto aveva credo circa 500 followers e ora ne ha più di 25.000!), non ho provato un briciolo di sorpresa perché, da accanito sostenitore delle leggi della natura le quali in un modo o nell'altro vanno sempre a premiare i migliori, ho da subito pensato: "questo qui, spacca!".
Ho dovuto aspettare poco affinché le leggi della natura non mi deludessero.

E' stato, è e continuerà ad essere un trionfo strameritato, avvenuto giorno dopo giorno, tweet dopo tweet, senza che dietro vi siano state spinte e camuffi tipicamente italiani da parte di manager, politici, apparizioni telecomandate in tv, lobby editoriali o merdacce simili.

Tutta farina del suo sacco, un sacco stracolmo di talento.
Un talento autentico, gigantesco nella sua semplicità ma, soprattutto, umile.

Quando hai tutte queste aspettative, come le avevo io, rimanere delusi è un nanosecondo.
E invece no, non c'è stato spazio per alcuna delusione, ma solo per la conferma, assolutamente attesa, di tutte le cose che vi ho scritto sopra.

Questo libro è incredibile.
Ti rapisce nel vero senso della parola e non hai nessuna speranza che qualcuno paghi il riscatto per il tuo ritorno a casa.
@istintomaximo fa un dispetto a tutti i cardiologi del mondo, che già immagino nella prima class action di medici contro uno scrittore.
Perché il rischio di un attacco di cuore dovuto a troppe emozioni è reale.
Pagina dopo pagina, non sono riuscito a staccare gli occhi dal mio smartphone nemmeno per un attimo, e non lo avrei fatto neanche se mi avessero preso con la forza dieci bulldozer palestrati.

E' un susseguirsi di un mix fra commozione, immaginazione, eccitazione e sorrisi.
Difficile immaginare un esordio qualitativamente migliore per uno scrittore.

Il viaggio del protagonista Alessio, all'interno di quel castello pieno di stanze qual'è la vita, aperte dalle cinque chiavi più importanti di ognuno di noi, è in realtà il viaggio di un po' tutti.
E' che nessuno sarebbe in grado di raccontarlo meglio di Massimiliano.

Impossibile non rispecchiarsi in almeno una sfaccettatura di ogni chiave narrata nel libro.
Impossibile non fermarsi a leggere, in alcuni casi anche decine di volte, una stessa frase che, da quanto bella, ti tramortisce quanto un gancio sinistro di Rocky al mento.
Impossibile leggerlo e non sognare ad occhi aperti una scena, un'immagine, un paesaggio, un abbraccio, una chiacchierata, un senso di colpa, un bacio, un brivido che tu non abbia già vissuto nella vita, anche se avessi solo 10 anni.
Ti viene voglia di avere in ogni muro di ogni stanza della tua casa un poster con scritti alcun spezzoni del libro, per rileggerli in ogni momento.
I battiti del tuo cuore iniziano ad aumentare e fermarli è un gran casino.

Il passaggio da un tweet di 140 caratteri ad un libro è stato il più bello fra tutti quelli che potevo immaginare.
E spero che sia solo il primo di una lunga serie.

La pubblicazione di questo libro non è infatti il culmine della sua avventura nata su Twitter, ma semplicemente un nuovo inizio, una nuova fase di un percorso di inconsueto fascino che per nessun motivo al mondo deve finire.

@istintomaximo ha dimostrato agli inspiegabilmente ancora scettici, che con le parole si possono fare cose miracolose, che sono esse la forza più grande dell'uomo, la cosa più grande che egli abbia inventato.
Con le parole puoi spostare il mondo senza sforzare alcun muscolo, puoi rendere una persona la più felice del mondo, puoi lasciare ricordi indelebili.
Lui è riuscito a fare tutto questo.

Chiudo con l'unica, vera, grande pecca di questo libro: fate molta attenzione, può creare dipendenza.

E' che io l'ho già perdonato.

Gianni

venerdì 10 gennaio 2014

Inglesismi forzati? Non ci piacciono!


Va bene che l'inglese è la lingua più diffusa del mondo.
Va bene che se giri per il mondo e vuoi farti capire, devi parlare inglese.
Va bene che è la lingua più musicale del pianeta.
Va bene che lo insegnano a scuola fin dalle prime età.

Va bene tutto, ma con questo articolo vogliamo esternare la nostra contrarietà all'abuso spropositato dell'inglese in tutti gli aspetti della nostra quotidianità.
E' impressionante come l'inglese sia entrato in troppe nostre parole, mescolandosi ad esse o molto spesso addirittura sostituendole.

Siamo d'accordo sul fatto che in alcuni casi sia più comodo e consono utilizzare degli inglesismi ormai consolidati nella nostra cultura.
Si pensi ad esempio, la prima cosa che ci viene in mente casualmente, a parole come ok, stop, cd, fan e tantissimi altre.
In questi casi il termine è talmente radicato che è come se parlassimo in italiano.
Ma noi ci riferiamo proprio all'esagerazione ormai dirompente e francamente insopportabile.

Così la musica dal vivo diventa live music.
Una sessione acustica diventa acoustic session.
Una versione acustica di un brano diventa unplugged version.
La maggior parte dei gruppi musicali tendono a chiamarsi con un nome inglese anche se sono italiani.

Basta!
Non se ne può davvero più.

Sei italiano? Chiamati con un nome italiano! 
Sei italiano e abiti in Italia? Parla italiano!

Sembra quasi che storpiare le cose o chiamarle in inglese faccia figo.
A volte sembra che sia una sorta di soggezione, oppure una specie di gelosia.
Ma perché dobbiamo parlare in inglese se siamo italiani e siamo in Italia?
Che senso ha?

Fatevene una ragione: siamo italiani!
Vi può piacere o meno, ma è così.

E' brutto voler essere delle altre cose rispetto a quello che si è.

E infatti, come potete notare, nella nostra foto di presentazione abbiamo voluto scrivere musica dal vivo e sessioni acustiche, rigorosamente in italiano.

Per chiudere, come dicono dalle nostre parti: fabedda tricolore! :)

Gianni